Dal punto di vista finanziario, per ammortamento si intende una procedura che prevede la restituzione del capitale prestato con gli interessi maturati.
Di norma, la restituzione avviene ad intervalli di tempo costanti. Le quote di denaro man mano restituite costituiscono le rate di ammortamento.
Ogni rata è composta da due elementi: il capitale restituito e l' interesse maturato.
Rata= Quota Capitale + Quota Interesse.
Man mano che il capitale viene restituito (attraverso la quota capitale della rata), otteniamo la riduzione del debito, cioè del capitale inizialmente prestato dal creditore al debitore.
Il capitale ancora da restituire prende il nome di debito o capitale residuo. E' sul capitale residuo che viene calcolato l'interesse applicando il tasso con le modalità stabilite nel contratto di mutuo. Esso rappresenta il costo del denaro per il debitore e la rendita o guadagno per il creditore.
Esistono diversi meccanismi di restituzione del capitale.
Il più diffuso è senza dubbio il rimborso che prevede un piano di ammortamento detto "francese".
Esso prevede la restituzione mediante rate il cui importo è fissato nel tempo. La rata sarà sempre uguale, ma variano al suo interno i due elementi che la compongono: la quota capitale e la quota interesse. Questo tipo di restituzione ha la caratteristica di mantere alta la "quota interessi" all'inizio dei rimborsi, per poi diminuire a vantaggio della "quota capitale" che aumenta. Alla fine del periodo previsto, tutto il capitale prestato sarà restituito.
Facciamo un esempio: consideriamo un prestito di 100.000 euro al tasso del 5% fisso con un piano di ammortamento (rimborso) di 20 anni e con cadenze di pagamento mensili.
La rata da pagare mensilmente sarà di 660 euro per tutti i mesi e per 20 anni, tuttavia, mentre nella prima rata la quota capitale è di 243,29 euro e la quota interessi e di 416,67, nell'ultima avremo 657,22 euro come quota capitale e 2,74 euro quale quota interesse.
Questo meccanismo presenta due aspetti, uno è utile al debitore l'altro al creditore.
VANTAGGIO PER IL DEBITORE CONTRAENTE DEL MUTUO:
Il debitore, avendo nota e fissata nel tempo la rata, potrà programmare con una certa tranquillità le spese da sostenere, valutando in base ai propri redditi e disponibilità se potrà far fronte alla restituzione del debito.
Questo è vero nel caso in cui il mutuo sia a tasso fisso e non variabile.
VANTAGGIO PER L'ENTE FINANZIARIO MUTUATARIO:
L'Istituto di credito potrà confidare che il suo investimento finanziario venga coperto per l'intero periodo concordato perchè il meccanismo, di fatto, disincentiva le restituzioni anticipate del capitale, al di là di eventuali penali previste nel contratto di mutuo.
In effetti Il debitore, nel primo periodo, pur avendo pagato diverse rate, si ritroverà con un capitale da restituire pressocchè inalterato proprio perchè la quota interesse sulla quota capitale nelle prime rate di rimborso del debito è preponderante. Quanto detto si accentua quanto più è elevato il tasso di interesse.
Osserviamo il fenomeno con un esempio (puoi verificare le cifre con le funzionalità disponibili nel sito):
Supponiamo di contrarre un mutuo al tasso di interesse del 12 % con la medesima strutturazione del precedente esempio: capitale 100.000 euro con restituzione in 20 anni e pagamento di rate mensili.
Avremo una rata di 1.101 euro. Possiamo notare che il rapporto iniziale della rata tra quota interessi e quota capitale (1000 euro / 101 euro) è molto più elevato.
Dopo il primo anno il debitore a fronte di una spesa di 13.212 euro (12 x 1.101) avrà ridotto il debito solo di 1.280 euro in quanto il costo degli interessi nel primo anno sarà di 11.931,01 euro !
Con questo schema inoltre l'ente creditore, alla 91° rata avrà recuperato l'intero capitale prestato (1.101 x 91)=100.191 euro mentre il debitore dovrà restituire ancora 85.108,81 di capitale avendo pagato solo di interessi euro 85.307,65 .